mercoledì 3 giugno 2015

Kenya e Madagascar



VIAGGIO MISSIONARIO IN MADAGASCAR E KENYA

21 luglio/4 agosto 2003


CRONACA DI UN PELLEGRINAGGIO
(a cura di mons. Mario Salerno)

Autentico pellegrinaggio, e quasi una via crucis, è stato il faticoso viaggio missionario in Madagascar e Kenya, dal 21 luglio al 4 agosto 2003, per visitare le tre missioni delle Ancelle della Visitazione. Si riporta questo diario di bordo per dovere di cronaca ma soprattutto per rendere gloria a Dio, la cui mano provvidente ha guidato i nostri passi, e per dire grazie a Santa Maria della Visitazione che ci ha accompagnati con il suo tenero sguardo di Madre.
21 luglio ore 3,30: partenza da Roma Fiumicino, scalo ad Addis Abeba, scalo a Nairobi, arrivo nella capitale malgascia di Tananarive alle ore 20,30 e dopo un’ora alla missione di Mahitsi, dove ci accolgono Suor Patrizia e Suor Cyprienne con le quattro novizie e le venti ragazze postulanti.
22 luglio: partenza per l’isola di Nosy Be.
23 luglio: alle ore 5 del mattino partiamo per la Missione di Maromandia, nord del Madagascar, dove arriviamo alle ore 13,00. Otto ore di viaggio per coprire 120 Km! Ma tutto è ripagato dal gioioso e sereno incontro con la comunità delle aspiranti e postulanti. Ripartiamo alle ore 15,30 per fare ritorno a Nosy Be, intorno a mezzanotte.
24 luglio: da Nosy Be, dopo aver celebrato la Santa Messa nella cappella fatta costruire in onore di Suor Maria Grazia e dopo aver visitato la sua tomba al cimitero, nel tardo pomeriggio si ritorna a Mahitsi.
25 luglio: in mattinata, le Suore distribuiscono il riso alle famiglie più povere che sono state censite e che vengono assistite; nel pomeriggio si va a Tananarive per incontrare il Cardinale; di ritorno in una concessionaria si acquista il Fuoristrada per la missione.
Domenica 27 luglio ore 9,00: nella Chiesa parrocchiale di Mahitsi solenne concelebrazione eucaristica, nella quale vi è la prima professione di Suor Paulette, l’ingresso in noviziato di 15 ragazze e la promessa dei Custodi della Visitazione. Segue pranzo accuratamente preparato dalle suore e dalle giovani.
28 luglio: partenza per Nairobi dove si sosta la sera.
29 luglio: partenza per la Missione di Ol Moran, verso il nord/ovest del Kenya. Lungo il percorso sostiamo al Centro pastorale di S. Patrick e S. Martin, tenuti dalla Diocesi di Padova; incontriamo S.E. Mons. Luigi Pagliaro, sacerdote padovano eletto da poco a Vescovo di Nyaururu; siamo ospiti delle Suore Dimesse presso il centro di spiritualità di Tabor Hill; nel tardo nel pomeriggio, lungo un accidentato percorso, arriviamo ad Ol Moran, accolti dalle Suore e da Padre Giovanni che, sacerdote veneziano in fidei donum,  da diversi anni svolge qui il suo servizio missionario.
30 luglio: ospiti della scrittrice Kuki Gallmann (“Sognando l’Africa”), si visita la sua immensa e discussa tenuta; nel tardo pomeriggio si concelebra l’Eucaristia nel centro pastorale della missione con i diversi giovani volontari provenienti, per un’esperienza missionaria, dalle diocesi di Padova e Venezia.
31 luglio: si va a Nyaururu, per l’incontro con Padre Gabriele che ci fa visitare, tra l’altro, la baraccopoli di Maina dove, nella sua missione, si ospitano ragazzi e ragazze strappate dalla strada, dalla prostituzione e dalla droga.
1 agosto: ci addentriamo nella foresta per incontrare la comunità di due tribù, da poco riconciliate; l’incontro avviene nella scuola, che sono quattro mura di fango e pietre a cielo aperto con il tappeto di terra che serve ai bambini per imparare a scrivere! Tanti bambini, tanta gente in costume proprio e la bella espressione di una donna locale rivolta alla Madre: “Vi ringraziamo perché dalla foresta ci avete riportato alla luce”. Nel pomeriggio, visitiamo la falegnameria e il laboratorio artigianale di maglieria e tessuti vari, tutto opera dell’attività missionaria di padre Giovanni.
2 agosto: visitiamo il villaggio di Ol Moran, poi ci addentriamo nuovamente nella foresta per visitare il villaggio di una tribù locale (Samburu) e si tocca con mano la tribalità e le condizioni sub umane di vita.
Domenica 3 agosto: ore 9,00 - Santa Messa a Magadi, in una delle tante cappelle disseminate sul territorio; ore 10,30 – Santa Messa nel centro pastorale della missione, a cui segue festa con danze e canti delle comunità locali. Nel pomeriggio si riparte per Nyaururu, incontriamo nuovamente il Vescovo; sostiamo la notte nel centro di Tabor Hill.
Lunedì 4 agosto: si parte per Nairobi, da dove nel pomeriggio ci si imbarca per Addisa Abeba e da qui, nel cuore della notte, si fa ritorno a Roma Fiumicino dove atterriamo alle ore 6,00 del 5 agosto.
Deo  gratias per quanto visto, toccato, vissuto nel nome di Santa Maria della Visitazione.



UNA RIFLESSIONE 

“La notte è buia e io sono lontano da casa; ma non pretendo di vedere l’orizzonte: un passo alla volta mi basta. Al prossimo passo”. Così concludevo le mie riflessioni dopo aver visitato, per la prima volta, la missione di Mahitsi in Madagascar nel giugno dello scorso anno. Ora, un altro passo è stato fatto. Con Madre Vincenza Minet, che ringrazio per avermi consentito di accompagnarla in questa esperienza di Visitazione, abbiamo incontrato le comunità missionarie di Mahitsi e Maromandia (Madagascar) e di Ol Moran (Kenya).
“A te la gloria, Signore, a noi la vergogna sul volto”: sono queste parole del Salmista che hanno tracciato da subito questa nuova esperienza missionaria. La gloria a Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, la vergogna sul nostro volto per aver deturpato la Sua creatura, il frutto del Suo immenso Amore e della Sua infinita tenerezza. Mi tornano in mente anche le parole di Francesco d’Assisi: ”Il servo di Dio, dunque, simile ad una tavoletta dipinta, nulla deve riferire a se stesso; l’onore e la gloria vanno rese a Dio solo, mentre a se stesso egli attribuirà vergogna e dispiacere”. Il poverello di Assisi parlava indubbiamente dell’umiltà e si riferiva alla nullità dell’essere umano di fronte alla immensità dell’Assoluto, ma penso che questo ricordo non sia del tutto fuori posto, nel delineare l’esperienza missionaria vissuta.
È stato un passo difficile. È stato duro questo viaggio missionario: durezza della fatica per raggiungere le missioni attraverso percorsi accidentati, voragini e foreste; durezza di quanto abbiamo visto e toccato in questo pellegrinaggio sulle frontiere della miseria umana. E sono state proprio le parole dell’apostolo Giovanni che mi hanno riempito mente e cuore dopo aver visitato i villaggi malgasci e kenioti: “Colui che noi abbiamo sentito, Colui che abbiamo veduto con i nostri occhi, Colui che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato, cioè il Verbo della vita, lo annunziamo a voi, affinché anche voi abbiate comunione con noi. La nostra comunione è con il Padre e con il suo Figlio Gesù Cristo. E noi scriviamo queste cose affinché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1,1-4).
Sì, abbiamo toccato il Verbo della Vita in quella umanità misera e sofferente, abbiamo toccato e carezzato il Verbo della Vita nei volti di quei bimbi mangiati dalle mosche, eppur sorridenti e ansiosi di giocare con te, di toccarti, di farsi prendere in braccio. Eri Tu, mio Signore crocifisso. Ed è Te che vogliamo annunciare a questo mondo abbrutito dall’opulenza e dall’indifferenza che uccide più della spada. È Te, mio Gesù, che vogliamo annunciare, parlando delle miserie umane, originate e strutturate dal peccato che, come il cancro, è invasivo nell’animo umano.
È il tuo essere Verbo della Vita che vogliamo comunicare affinché la gioia della Tua presenza possa essere partecipata ad ogni uomo, perché il fuoco della Tua Parola accenda i roghi delle nostre superbie e dei nostri egoismi, perché ogni uomo possa essere ammesso alla tavola universale dell’amore, per spezzare insieme il pane fragrante dell'ospitalità, il pane profumato dell'accoglienza, il pane saporito della solidarietà, il pane croccante della gioia.
Deo gratias e al prossimo passo.



VISITA MISSIONARIA IN KENYA E MADAGASCAR
5-22 LUGLIO 2004

Dal “Magnificat” n. 4/2004

“Ho osservato la miseria del mio popolo, ho udito il suo grido, conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo” (Es 3,7-8).

Quanto è bello e grande questo Dio che tiene lo sguardo sulle miserie dell’umanità e ascolta il suo grido di dolore! Quanto è bello sentirsi guardati da un Amore che non ha confini e da una Misericordia che è eterna!
Il Dio dell’Esodo non si è stancato e ancora oggi tiene orecchie e occhi aperti, a differenza degli idoli costruiti da mani di uomo che “hanno bocca e non parlano, ha occhi e non vedono, hanno orecchi e non ascoltano”.
Il Dio dell’Esodo, invece, scende dal suo trono e s’incarna, si fa uomo in Gesù di Nazareth per liberare il suo popolo: è un Dio che ama. Sì, questo Dio di Gesù Cristo scende, si abbassa, si spoglia della sua divinità, assume la condizione di servo e si cinge del grembiule per lavare i piedi di questa umanità sofferente.

Ho visto incarnata e prolungata questa discesa di Dio
nella immensa savana di OL MORAN (Kenya):

·         Nelle mani di chi si china su quel vecchietto per lavarlo e pulirlo, nella sua dimora di fango.
·         Nella carezza ai tanti bambini e ragazzi di Luniek, nella cui cappella di fango ha presieduto l’eucaristia il Cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, in visita alla missione.
·         Nella dolce visita alla giovane donna malata di AIDS che giaceva sul suo pagliericcio
·         Nell’affettuoso abbraccio di quella bambina strappata alla morte per fame.
·         Nell’incontro con la tribù dei Samburu a Goisousou, dove si è celebrato sotto l’albero che hanno eretto a loro cattedrale.
·         Nel festoso incontro con la comunità Kikouiou di Kabati, che ci ha accolti con tanta gioia.

E ho visto che Dio continua a scendere
nella missione di MAHITSI (Madagascar):

¨       Nei cento bambini, tra i più poveri, che ogni giorno ricevono un pasto amorevolmente preparato nella mensa Magnificat.
¨       Nelle tante persone che ogni giorno vengono visitate al dispensaire Magnificat, l’ambulatorio medico pienamente funzionale.
¨       Nell’accompagnamento formativo dei giovani seminaristi “Apostoli della Visitazione” e delle tante giovani postulanti e novizie.
¨       Nell’accoglienza dei primi tre bambini affidati e accolti dalle suore: Marcellina, Valery e Nestor sono la gioia di questa bella comunità e per tale servizio si costruirà una nuova missione.

Ho visto questo Dio di Gesù Cristo prolungare la sua discesa e la sua visita nei tanti gesti di servizio umile e di carità sincera, che quotidianamente rivelano tutta la Sua tenerezza paterna e materna. Grazie, Signore, per questi giorni di grazia. Continua, o Dio, ad ascoltare il grido di dolore che sale da tante zone umane crocifisse di questa terra, continua a volgere il tuo sguardo di misericordia e di tenerezza sulle miserie di questa povera umanità e suscita nuove energie per prolungare, oggi, il miracolo della moltiplicazione del pane della carità.



VISITA MISSIONARIA IN MADAGASCAR
                12-19 LUGLIO 2006

Visitare e vedere: sono la costante dell’azione storico/salvifica di Dio nel popolo di Israele e, più in generale, nella vita degli uomini di tutti i tempi e di tutti i mondi. Tale dovrebbe essere anche la costante della vita cristiana: avere il coraggio di aprire gli occhi sulle miserie umane, di ascoltare il grido di sofferenza che proviene alto da tante zone umane crocifisse di questa terra, di visitare l’uomo prostrato e umiliato nella sua dignità, di fermarsi sulle infinite strade che da Gerusalemme portano a Gerico”.
È quanto ho scritto precedentemente sul Mistero della Visitazione. Ebbene lungo queste strade vi è MAHITSI, nel cuore del Madagascar, che insieme con Madre Vincenza abbiamo potuto nuovamente visitare, in questo ultimo viaggio, faticoso e gioioso insieme. E abbiamo visto come si svolge il servizio di accoglienza dei bambini (undici piccoli affidati alle Suore), il servizio di mensa quotidiana nel periodo scolastico per 150 ragazzi, di cui 70 adottati dalle famiglie acernesi, il servizio di ambulatorio medico per i più poveri e il fuoristrada che è diventato un mezzo indispensabile per le visite pastorali nei più lontani villaggi. I lavori della nuova casa che si sta costruendo a Tananarive procedono abbastanza bene, nei prossimi mesi essa verrà ultimata e parte dell’ampio e poliedrico servizio missionario si sposterà in questa nuova casa.
Abbiamo quindi visto quanto bene viene fatto attraverso il quotidiano impegno delle suore Ancelle, sostenuto dalla generosità di tanta gente. Ma abbiamo visto anche altro: a mezz’ora di macchina da Mahitsi c’è un villaggio con tanti bambini, senza scuola, senza chiesa, senza attività di accoglienza. Qui a MAROVOTRY le suore hanno cominciato a portare un po’ di riso e di conforto ma vogliamo dare di più: costruire una cappella, una scuola, avviare un servizio pastorale e garantire a questi bambini un qualcosa di più sul piano alimentare ed igienico.
Ecco la nuova frontiera: l’adozione comunitaria di questo villaggio, piantando una nuova bandiera di carità. certo, ce ne sono tanti di questi villaggi lungo la grande isola del Madagascar ma noi non abbiamo la pretesa di essere i salvatori del mondo, non ne abbiamo né la capacità né la possibilità. D’altro canto la Parola di Dio ci illumina: “Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze”. Vogliamo solo aggiungere una goccia di amore e di speranza lungo le strade del servizio, visitando e vedendo, accarezzando ed accogliendo, seminando gioia e consolazione.
“Gesù vedendo le folle si commosse perché erano come pecore senza pastore. E si mise ad insegnare loro molte cose”. Signore, continua a farci commuovere, a non vergognarci delle lacrime che rigano il volto quando si tocca tanta miseria, continua a scuoterci e a rimuovere le aridità del nostro cuore. Gesù, continua a commuoverti per questa nostra povera umanità, bisognosa di Pane, bisognosa di Parola, bisognosa di Te.
 





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