VISITA
MISSIONARIA IN SAN PAOLO DEL BRASILE
27 gennaio/9 febbraio 2004
dal “Magnificat” n. 02/2004
“Perché nessuno mi vuole? Io faccio il bravo, Suora, e tu mi trovi un papà e una mamma?” Sono le parole di Vinicio, cinque anni, uno dei cinquanta bambini accolti nella casa di Villa Acalanto, alla periferia Sud di San Paolo in Brasile, dalle Suore Ancelle della Visitazione. E il cuore ti si stringe a quelle parole che penetrano fin nel midollo, nella più profonda interiorità della tua anima, inquietandola. L’espressione sintetizza e fotografa la triste realtà brasiliana di bambini abbandonati, trascurati, maltrattati e, al contempo, la fame e sete di affetto, di calore, di accoglienza da parte di un’infanzia rubata e calpestata. Le Suore, a Villa Acalanto, aprono il loro cuore ai bambini da 0 a 5 anni che vengono loro affidati dalle pubbliche istituzioni, dando loro pane e amore, cibo e affetto, facendo da mamme in un servizio diurno e notturno. Vivono a servizio di questi bambini, in attesa di affidamenti e adozioni. Tutto il loro tempo e tutta la loro vita è spesa negli orari dettati dal pianto e dai bisogni di questi bambini. E lo sguardo si posa teneramente sulle delicatezze della carità, nel vederle quando li imboccano, li lavano, li cambiano e li depongono con amorevolezza nelle loro culle, come ogni mamma, come Maria con il suo Gesù Bambino. Certo, a fronte dei cinquanta che vengono accolti ve ne sono centinaia, migliaia, che non trovano nessuna casa e nessuna famiglia, lasciati morire nell’immondizia e nella desolazione delle strade, tra l’indifferenza dei più e il disprezzo di tanti. Ecco perché è necessaria ed urgente una goccia in più di amore e di affetto nel mare magnum della disperazione, non solo nella megalopoli di San Paolo ma in tutto il vasto Brasile e in generale nel cosiddetto Terzo Mondo. Sono vite salvate ed è questo il senso più vero e più profondo della missione di Villa Acalanto, che abbiamo visitato dal 27 gennaio al 9 febbraio u.s., con le due catechiste della mia parrocchia, Marilena e Filomena, alle quali lascio la penna per un breve racconto della loro esperienza.
Marilena Iuliano
La mia missione in Brasile: come sarà,
chi incontrerò, cosa farò, cosa vedrò? Quante domande mi sono posta nei mesi di
preparazione alla stessa. Una risposta l’avevo già data: non farò mai
abbastanza! Ma, come diceva qualcuno, ‘chi nel cammino della vita accende
soltanto una fiaccola, non ha vissuto invano’.
I miei occhi hanno visto cose che il
mio cuore mai potrà dimenticare: miseria e povertà, da un lato, e dall’altro il
terribile contrappeso di una ricchezza sfacciata e spudorata in mano a pochi.
La visita della favelas, che trovi disseminate dappertutto, apre i tuoi occhi e
il tuo cuore su quei proclamati diritti umani che vengono calpestati.
Nei quindici giorni di missione ho
incontrato tantissime persone sole, bambini di ogni colore abbandonati a se
stessi e alle maledette insidie della strada. E ho vissuto, allo stesso tempo,
il servizio con le Suore di Villa Acalanto, nell’accudire i bambini che vengono
accolti amorevolmente. E mi ricordo un’espressione biblica: “Può una mamma
dimenticare il suo bambino? Ma se anche una donna si dimenticasse del suo
bambino, io, il Signore tuo Dio, non ti dimenticherò mai!”. Le Suore sono quasi
il prolungamento delle braccia del Signore, con la gioia che dà il sorriso
semplice di quei bimbi.
Insegnaci, Signore, a servirci delle
mani, della mente e delle cose non solo per noi stessi ma per Te e per gli
altri. Sia fatta, Padre, la Tua
volontà.
Filomena Avallone
Erano mesi che aspettavo il giorno
della partenza per la missione in Brasile e mi dicevo di voler fare tante cose
per aiutare chi ha veramente bisogno ma, lì, davanti a certe cose viste, mi sono
sentita impotente.
È stato lungo e faticoso, per me, il
viaggio ma all’arrivo abbiamo trovato tanto calore e tanta affettuosa
accoglienza da parte delle Suore Ancelle, sia alla casa di formazione, che a
Villa Acalanto dove le Suore accolgono bambini maltrattati, abbandonati e
rifiutati. Un bacio, una semplice carezza e il sorriso di quei bambini ti
riempie il cuore di gioia e gli occhi… di lacrime.
Abbiamo incontrato tanta gente, povera ma
dentro ricca di tanta fede. Il Brasile è una terra bellissima quanto povera ma
la gente riesce a trasmetterti sensazioni mai provate; le persone in chiesa non
ci conoscevano ma si avvicinavano e con tanta gioia ci abbracciavano ed era
bellissimo sentire il calore di questa gente.
Signore, ti ringrazio per avermi dato la
possibilità di vivere questa esperienza; non farci allontanare da questa strada
e dacci la forza di non pensare solo a noi stessi.
SECONDO
VIAGGIO MISSIONARIO IN BRASILE
20 -29 GIUGNO
2005
MADRE VINCENZA
MINET così
racconta questa visita lampo.
(dal “Magnificat”
n. 4/2005)
Dal 20 al 29 giugno sono stata in Brasile e precisamente nello stato di
Minas Gerais, nella Diocesi di Janauba dove si trova la cittadina di JAIBA, luogo della nuova missione che la Parrocchia s. Maria
degli Angeli di Acerno, nel venticinquesimo anno di sacerdozio del parroco
Mons. Mario Salerno, ha deciso di aprire. La missione sarà gestita dalle
Ancelle della Visitazione e sostenuta dalla comunità acernese. La cittadina
necessita di ogni servizio apostolico: catechesi, scuola materna, assistenza
sanitaria, accoglienza dei bimbi di strada. Si vedrà, insieme al Vescovo Mons.
Mauro Bastos, a quale attività dare la priorità.
Insieme con il Vescovo, con il Dott. Arnone e Mons. Mario, abbiamo
esaminato, visitandole, varie possibilità di insediamento nella Diocesi,
scegliendo al termine della peregrinazione la cittadina di Jaiba. Per due
giorni abbiamo girato con il Vescovo per strade dissestate, tra sterminate fazendas, osservando, lungo la strada,
case di fango situate, talvolta, in posizione di grande precarietà, in quanto
occupano parte di strada e parte di fazenda, per cui i fazenderos, da un giorno all’altro, potrebbero abbatterle.
Di grande ammirazione è stata la persona del Vescovo che vive in grande
povertà; è Pastore di una diocesi, costituita cinque anni, e la sua vita è la
vita del “povero di Jahwé”, povero tra i poveri, che si trova a suo agio nelle
misere case di fango, consumando con estrema semplicità quel poco che gli viene
offerto.
Quanto c’è da riflettere! Noi occidentali, che osiamo ancora lamentarci
quando sulle nostre tavole c’è il di più! Ma grazie al Signore non è sempre
così. La generosità e l’industria per venire in aiuto alle missioni esiste e di
questo noi ne facciamo esperienza ringraziando il Signore e voi tutti
Benefattori. Siamo certe che la promessa di Gesù si realizzerà anche per voi,
giacché “anche un solo bicchiere di acqua, dato per amore, avrà la sua
ricompensa”.
Su questo secondo viaggio missionario in Brasile si relaziona alla comunità con il seguente
volantino del
10 luglio 2005:
Giunti in San Paolo il 21 giugno, dopo
una breve sosta nella missione delle Suore Ancelle a Villa Acalanto, il 23 e 24
giugno ci siamo recati nella Diocesi di Janauba, Stato di Minas Gerais. È una
diocesi eretta nell’anno 2000, conta circa 400.000 abitanti, con appena 15
sacerdoti e cinque congregazioni religiose. Sono tante le comunità cristiane
dove solo due o tre volte all’anno si celebra la Santa Messa.
Insieme con il Vescovo, dom Mauro Bastos, abbiamo visitato
alcune località di questa giovane diocesi. Il luogo dove si intende impiantare
la nuova missione parrocchiale è JAIBA,
verso i confini con lo stato di Bahia. Si tratta di una località con circa
40.000 abitanti, suddivisi in numerose comunità sparse sul territorio dove si
necessita di una presenza religiosa costante. C’è molta povertà, terreno
fertile di una gravissima piaga sociale quale la prostituzione minorile.
Il Vescovo mette a disposizione una
struttura, in buone condizioni, ma che deve essere totalmente arredata. Ed è
questo il primo impegno economico della nostra Parrocchia, per consentire
l’abitabilità della casa che viene concessa alle Suore Ancelle della
Visitazione, che andranno a stabilirsi in quel territorio, nello spirito del
loro Carisma e a nome e per conto della nostra Parrocchia.
Inizialmente le Suore si impegneranno
nelle attività pastorali ordinarie, in piena comunione con il Vescovo, onde
conoscere le famiglie, le necessità e i problemi del territorio;
successivamente si vedrà quale tipo di opera sociale avviare specificamente, a
livello ambulatoriale, a livello scolastico, e nell’ambito dell’accoglienza
dell’infanzia abbandonata.
La parrocchia di Acerno, pertanto, si
impegna a sostenere economicamente sia questa fase iniziale della nuova
missione, sia le successive opere che andranno a delinearsi e a promuoversi,
per seminare gioia e speranza lì dove le tenebre dell’ingiustizia e della
miseria opprimono l’uomo nel suoi diritti più elementari.
Ad ognuno di voi, cari acernesi, spetta
una risposta pronta e generosa per continuare a fare del bene. Il Signore vi
benedica.
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