Il saluto del nuovo Arcivescovo alla nostra Arcidiocesi
Fratelli e sorelle carissimi,
Con mio grande stupore Papa Francesco ha deciso di eleggermi Pastore
della vostra Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno. Una decisione
sinceramente inaspettata, che mi riempie di commozione, gratitudine e –
inutile negarlo – anche di intensa trepidazione. Da subito si sono
affollate alla mia mente le domande: “Sarò all’altezza di questo grande
compito”? “L’esperienza pastorale vissuta in questi anni – come docente
di teologia, Parroco, assistente spirituale di giovani universitari –
sarà un bagaglio sufficiente per saper guidare una Chiesa di così grande
tradizione”? “Il mio provenire da un’altra terra, quella toscana, non
sarà forse di ostacolo ad un mio inserimento pieno nella nuova realtà
che il Santo Padre mi affida”?
Tutte domande umanamente legittime,
ma che non potevano e non possono tuttavia cancellare l’evidenza vissuta
in tutta la mia storia personale, soprattutto in quella dei miei
trentaquattro anni di sacerdozio: ovvero che il Signore non mi ha mai
abbandonato, è rimasto sempre fedele a me e alle sue promesse! Che
respiro proviene da questa certezza, quale ingenua baldanza suscita in
me questa consapevolezza! Per questo, senza tentennamenti, ho detto
subito “Sì” alla richiesta del Papa, sapendo che stavo dicendo “Sì” al
misterioso disegno di Dio. E ho pensato agli altri, innumerevoli “Sì”
che lo hanno preceduto e reso possibile, a partire da quello pronunciato
a Nazareth da una giovane donna, che ha permesso a Dio di entrare come
uomo nella nostra storia, trasfigurando definitivamente l’orizzonte
della vita umana.
Ecco perché, carissimi amici – e lo siete già per
me, in quel significato profondo dato da Gesù a questa parola – sono
entusiasta di iniziare con voi e tra voi questo nuovo tratto di strada
della mia vita, certo che il Signore camminerà con noi confortandoci,
illuminandoci, rialzandoci quando cadremo, sempre rinnovando in noi
quella speranza che è frutto della certezza di riconoscerci figli amati
dal Padre. E, prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, mi
sforzerò di essere – con tutto il cuore – un Pastore capace di
«camminare davanti, indicando il cammino, indicando la via; camminare in
mezzo, per rafforzarlo nell’unità; camminare dietro, sia perché nessuno
rimanga indietro, ma, soprattutto, per seguire il fiuto che ha il
Popolo di Dio per trovare nuove strade».
Cercherò di accogliere
tutti, ascoltare tutti, dialogare con tutti, amare tutti: in ogni
persona c’è un riflesso del volto di Gesù da scoprire, sia essa credente
o no, professi la fede cristiana oppure intenda onorare Dio all’interno
di un’altra tradizione religiosa, viva intensamente la propria fede
cristiana, o al contrario se ne sia un po’ distaccata. Tutti e ognuno
cercherò di portare nel mio cuore! Ma certamente un posto particolare lo
avranno i confratelli sacerdoti, i giovani – che tanta importanza hanno
avuto da sempre nella mia vita – le famiglie e tutte le persone provate
in vario modo dal dolore. Mi auguro che possano sperimentare da me un
sincero affetto paterno.
Un saluto intensamente cordiale, infine,
intendo rivolgere a tutte le autorità civili, mosso dal desiderio di
poter collaborare fattivamente per il bene comune del nostro popolo. E,
da ultimo, un sincero “grazie” anche al mio predecessore mons. Luigi, il
quale solo per motivi di salute ha dovuto interrompere anzitempo il suo
ministero: grazie per l’affetto con il quale mi ha accolto, per i
suggerimenti che sicuramente potrà e vorrà darmi, e anche per aver
deciso di rimanere all’interno della comunità diocesana. Egli continuerà
ad essere senz’altro un aiuto prezioso per tutti noi.
Affido tutto
quanto il mio ministero, e più in generale la mia vita,
all’intercessione di Maria e dei santi Patroni dell’Arcidiocesi:
l’apostolo Matteo, l’abate Antonino, e San Donato, che sempre mi
ricorderà anche le mie origini dalla terra toscana.
Ci benedica tutti il Signore misericordioso!
+ Andrea Bellandi
Arcivescovo eletto di Salerno-Campagna-Acerno